libertà (#14)
cortina di scaglie il meriggio
farsi ombroso di fronde
con un brusco gesto del capo
s’abbatte la sera
su nuche stordite d’incanto
i suoni nell’aria muggiscono
della verde tinta temporalesca
piegandosi i volti incavati
tintinnano come funebri campanelli
al collo della giumenta-terra
(appendono impavidi fiori)
cozzando a palpebre spente
crolliamo a letto ridendo
come bimbi che il tempo non guarda
e dove passano i bruchi d’infanzia
buchi, nella polpa che siamo..
sgocciola il tempo del verde
del fiore, dell’ultimo abbraccio
dell’umido suolo che sempre
strisciando abbiamo servito
tuona al galoppo il tramonto
su alti stalloni di anelito
ovunque s’abbattono lente
risate, tintinni e un indicibile
desiderio
– ora è il tempo di staccare dal mondo
l’occhio appannato d’insulso
e gettando la lugubre chioma
al vento insegnare il tuo nome:
Libertà, il tisico petto
guariremo a baci inguinali
e cucchiaiate di sogni irridenti
riempiranno ogni voragine – d’altro!